Pensare solo positivo, è tossico.
- Dott.ssa Antinoro Anna

- 17 ott
- Tempo di lettura: 5 min
Capita di frequente sui post social e alcune filosofie di pensiero, di mettere in risalto l'importanza del pensare positivo.
"Impara a lasciare andare"
"Non farti travolgere dal malessere e guarda sempre verso la luce"
"Se stai male investi il tuo tempo senza trarne beneficio"
Pensieri come questi o simili mettono in evidenza quanto provare malessere sia disfunzionale.
Alcuni studi più recenti affermano però che il pensiero ottimista più che aiutare la mente umana stimola a prendere decisioni scorrette portando a risultati peggiori e limitando la creazione di convinzioni realistiche.
In poche parole, un eccessivo ottimismo ti distoglie dalla realtà (Chris Dawson, 2023).
Nell'articolo di oggi voglio parlarti proprio di questo fenomeno.

IL CONFINE TRA UTILITA' E TOSSICITA'
Avere una visione propositiva, è utile e stimolante per evolvere e superare gli ostacoli della vita ma questo aspetto, non ha a che vedere con l'ottimismo come processo mentale.
Pensieri come "Non te la devi prendere , c'è di peggio", "devi cercare di vedere le cose buone della vita" sono pensieri che spingono verso una positività tossica in quanto si spinge la mente verso una vera e propria ossessione nel focalizzarsi esclusivamente sugli aspetti che sono positivi, anche di fronte a situazioni spaventose e dolorose.
In quel momento però, si fa una vera e propria forzatura alla mente in quanto trovare il bello in una situazione di sofferenza è contro natura.
Pensa a questo.
Il nostro cervello nasce per preservare la nostra sopravvivenza. Una situazione dolorosa o pericolosa, attivano in noi determinati circuiti chimici fatti di adrenalina e cortisolo, che ci aiutano a far fronte nei momenti di stress. Il pensiero positivo cerca di stimolare serotonina, per cercare di farci godere di quel momento più possibile. In una situazione di stress però, la mente non è programmata per produrre ormoni della felicità ed è per questo motivo che, il sollievo di questo pensiero è temporaneo e il vantaggio inesistente.
La mente ha bisogno di elaborare quelle che sono le sensazioni spiacevoli, tra cui la tristezza, la rabbia e la paura per poter andare avanti.
E' come se il cervello dicesse "obiettivo stare meglio: elaboriamo le cose pesanti".
Spingerti verso un pensiero felice in un momento faticoso, è come mangiare qualcosa che ti piace mentre hai un'indigestione in corso perchè hai lo stomaco pieno. Quando hai bisogno di digerire mangiare ancora, potrebbe lederti.
Ci sono due processi che potrebbero portare a questo tipo di positività disfunzionale:
Una scarsa alfabetizzazione emotiva sulle emozioni spiacevoli, quindi in questo caso la spinta alla negazione è auto-indotta con pensieri del tipo "non voglio sentirmi sofferente", "devo cercare di evitare", ecc. perché ho imparato che quelle emozioni sono da evitare.
Un processo sociale etero-indotto in cui ci sono altre persone che ti invitano a reagire e non soffrire poiché in questo caso sono loro, ad avere una scarsa alfabetizzazione emotiva rispetto queste emozioni che non riescono a reggere.
LE EMOZIONI SPIACEVOLI CI AIUTANO
Dovremo sempre ricordare che se siamo qui oggi, è perché qualcuno in passato ha avuto paura e si è difeso, qualcuno si è arrabbiato e ha allontanato un pericolo, qualcuno ha sofferto e ci ha dato alla luce. Siamo vivi grazie alle emozioni spiacevoli.
Immagina questo. Stai male da un pò e non ti senti in forma.
Fisiologicamente dovresti provare paura, perché il tuo cervello sta percependo un possibile pericolo per la tua salute. Se accogli e ascolti la paura in modo sano, dovresti prendere in considerazione i tuoi sintomi e prenotare una visita per capire di più cosa sta succedendo.
Se spostassi il pensiero sul positivo del tipo "non ci pensare", "vedrai che non è niente" e cose simili, questo alimenterebbe in te uno stato di trascuratezza fisica alimentando il rischio di sviluppare una malattia che può peggiorare.
In questo caso il pensiero positivo ha la funzione di difesa rispetto la paura di poter avere una malattia e il pensiero positivo cerca di distogliere da questo sentire creando una forma di illusione che diventa tossica.
Se invece di fronte ad un problema ci si prende il tempo di valutare rischi e benefici facendo così delle scelte utili a questo punto si parla di pensiero propositivo o pensiero positivo funzionale. La differenza tra i due sta quindi nella consapevolezza delle sfumature emotive esistenti in una determinata circostanza includendo anche quelle spiacevoli.
Un esempio di pensiero propositivo da poter usare in questo caso è
"Ultimamente sento che non sto tanto bene , ho paura di scoprire qualcosa di spiacevole e per questo motivo reputo importante fare un controllo per potermene prendere cura prima possibile".
I RISCHI DEL PENSIERO POSITIVO
La positività eccessiva ha degli svantaggi importanti.
Mancanza di validazione delle sensazioni spiacevoli (nonché dei bisogni) con conseguente calo di autostima. Contrariamente a quello che si pensa, l'eccesso di positività abbassa (anche all'interno di noi stessi) il livello di credibilità verso noi stessi;
Sensazione di profonda inadeguatezza;
Aumento del rischio di chiusura relazionale, soprattutto quando la positività è etero-indotta. Mi vuoi sempre felice ma io non lo sono e per evitare di sentirmi giudicato da te, non voglio più uscire insieme.
Svalutazione dei rischi e dei pericoli, sia da un punto di vista personale che da un punto di vista relazionale. Come ad esempio svalutare i segnali di aggressività o di abuso domestico (Sinclair et al., 2020);
Stimolazione di una forma di aggressività passiva subita e agita in quanto negare le emozioni spiacevoli non rende autentici e si usano perciò strategie come il sarcasmo, che altro non è che un modo di esprimere rabbia in modo "gentile".
COME SI PUO' LIMITARE LA POSITIVITA' TOSSICA?
E' necessaria una buona alfabetizzazione emotiva in cui si ci si educa a tutte le sfumature emotive.
Non esiste emozioni giuste ed emozioni sbagliate.
Potrai vivere delle sensazioni più spiacevoli di altre , potrai aver visto delle emozioni brutte nel modo di manifestarsi ma questo non è un problema delle emozioni, ma delle persone che hai osservato che non erano emotivamente allenate a farlo in modo funzionale.
Imparare a conoscerti e ad approcciarti al tuo modo di essere con i tuoi limiti e le tue risorse è una cosa che ti può essere utile.
Spostare l'attenzione sulla positività piuttosto che sulle altre emozioni non te le farà scomparire e soprattutto, non ti renderà profondamente leggero.
Che fare quindi?
Valida ciò che senti di spiacevole e datti il permesso di sentire quello che senti, non esiste un'emozione più giusta dell'altra, esiste quello che tu hai imparato a sentire sulla base della tua esperienza;
Dai un nome a ciò che provi in modo che possa prendere forma dentro e fuori di te. Meglio dire "mi sento triste oggi" piuttosto che "non so cosa provo" il cervello lo elabora meglio;
Circondati di persone di cui ti puoi fidare e con cui non hai il timore di esprimerti perché accolgono ciò che provi a prescindere;
Se senti fatica tollerare determinate emozioni, perché ne hai una profonda paura o ti manca quel tipo di alfabeto puoi chiedere aiuto a un professionista per poterti educare al tuo sentire.
Non cercare di essere ottimista, sempre e comunque. Cerca di essere coerente Con il tuo profondo senso di te.
Se ti va ti lascio il link per ascoltare La puntata Del mio podcast "Emozioni: istruzioni per l'uso" proprio su questo tema.
Non chiederti di essere perfetto, sii te con ogni risorsa e fragilità. Ogni cosa che senti, ha il suo bisogno. Il tuo compito? Scoprirlo e prendertene cura.
Dott.ssa Anna Antinoro




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