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Terapia di coppia: quando è utile e quando può non funzionare.

Aggiornamento: 20 feb 2022

Con l'arrivo della pandemia sono aumentate le richieste della terapia di coppia.

Condividere tanto il tempo a casa insieme, cambiare ritmi o gestire la Dad e le quarantene dei figli ha portato a dover costantemente riequilibrare determinati meccanismi e tutto questo non è così semplice, anzi.


Passare un periodo di crisi in questo periodo non è solo comune ma è SANO, perchè attraversare una CRISI significa vivere un'improvvisa modificazione nella vita di un individuo o di una collettività. Quindi siamo tutti esposti da due anni ad una vera e propria crisi.


Il problema nasce quando questa crisi si nega o non la si riconosce.

Il condividere tutti una situazione tende a "normalizzarla" magari sottovalutando quelle che sono le crepe che si vengono a creare durante questo periodo.

"Visto che lo vivono tutti perchè chiedere aiuto? dobbiamo farcela da soli". Ancora troppo spesso si pensa che chiedere aiuto sia segno di sconfitta o debolezza e magari andare da un terapeuta di coppia vuol dire ammettere che le cose non vanno davvero e che quindi ci si deve lasciare.

Bene, sappi che sono false idee! Anzi, prima si agisce, meglio è.

Un pò come quando si hanno dei sintomi fisici. Hai la tosse per una settimana ma lasci perdere, poi diventano due ma ti sembra andare meglio, la terza peggiora, poi va via due giorni e poi ritorna prepotente... hai aspettato un mese e magari la situazione si è aggravata. Ci sta un pò di auto-osservazione ma poi, meglio intervenire.



QUANDO E' UTILE ANDARE DA UN TERAPEUTA IN COPPIA.

Vediamo quindi insieme quando può essere utile intraprendere un percorso di coppia (dalla semplice consulenza ad un percorso terapeutico vero e proprio).

  1. Quando è la coppia il soggetto della crisi. Sembra banale e scontato ma ti assicuro che, non lo è. In questo periodo ho avuto un aumento importante di richieste da parte di persone singole che stanno vivendo un periodo di crisi di coppia. E' vero che quando cambia un elemento del sistema, anche l'altro agisce delle trasformazioni ma... non sappiamo verso che direzione. Quindi, se vai in terapia per risolvere i problemi di coppia, vai in coppia, andare da solo/a amplificherà probabilmente la distanza che stai vivendo con il/la partner a causa del fatto che solo uno dei due si sta mettendo davvero in discussione. Se vai da solo in terapia, lavorerai su di te e su quello che senti buono per te e in questo processo il rischio sarà quello di aumentare la distanza tra voi (magari dando poi la responsabilità di questo al terapeuta);

  2. Quando si presenta un problema perpetuo da cui non riuscite a uscire. Se siete in una situazione che si ripete e che va avanti da tempo e che vi porta a litigare, la terapia di coppia è la cosa migliore da fare. Il terapeuta infatti, attraverso degli strumenti e un occhio esterno, vi aiuta ad avere degli strumenti pratici e utili per quello che è il vostro bisogno. Il problema di comunicazione di coppia è uno dei problemi maggiori che vivono le coppie. Mi ripeto ma, meglio dirlo per cristallizzare il concetto, non aspettate anni di discussioni. Se dopo qualche mese sentite che tra di voi le tensioni aumentano, agite per tempo, altrimenti le questioni da accumulare e gestire diventano sempre più grandi. Diventa difficile e faticoso lavorare sulla coppia a partire dai problemi nati negli anni 90 e lo spazio di terapia diventa poi un luogo frustrante.

  3. Quando c'è una separazione da gestire. La coppia può avere anche già deciso che si vuole separare. Se si è in presenza di figli, una terapia di coppia che accompagni alla separazione è quella più utile per avere strumenti "lucidi" e fuori da quella che è la percezione soggettiva. Possono essere inoltre rimasti dei sospesi che magari è bene vedere insieme all'aiuto di qualcuno prima che emergano alla prima occasione, magari in presenza dei figli.


IDEE ERRATE SULLA TERAPIA DI COPPIA

Vediamo ora insieme quali credenze possono sabotare la terapia di coppia.

  • "IL TERAPEUTA CI FARA' PASSARE LA CRISI": Mi spiace dirlo così ma, il terapeuta non ha il potere di far passare le crisi (ci avrebbero dato la bacchetta magica se no). Il nostro compito è darvi degli strumenti utili per capire come gestire i momenti di crisi e spiegarvi lo stato emotivo e comunicativo che avete in coppia. Ciò che aiuterà ad attraversare la crisi sarà l'uso che voi farete degli strumenti che il terapeuta vi dà. Insomma, se non vi mettete in discussione e vi sperimentate su vie alternative, probabilmente non ne uscirete mai. Valutate inoltre se vi sentite di essere dal terapeuta giusto. Dovete sentirvi a vostro agio, avere una buona alleanza con esso e soprattutto, se vi sentite giudicati, ditelo. Se non ci sono questi problemi, chiedetevi se sentite di aver fatto tutto quello che potevate. Insomma, ci si mette tutti in discussione in modo costruttivo.

  • "VEDRAI CHE IL TERAPEUTA MI DIRA' CHE HO RAGIONE". Se trovate un terapeuta che in coppia dà ragione a uno piuttosto che all'altro o siete in tribunale o vi suggerisco di cambiare terapeuta. La terapia è uno spazio con-diviso in cui entrambi i membri della coppia cercano di verbalizzare ciò che pensano e sentono, di fronte ad una persona che li aiuti a disinnescare. Io personalmente chiedo alle coppie di discutere davanti a me per capire come comunicano tra loro, dopo di che gli spiego quello che sta succedendo e perchè litigano.

  • "TANTO AL TERAPEUTA NON HO INTENZIONE DI DIRE TUTTO". Capisco che andare da una persona sconosciuta e aprirsi non sia per niente semplice però, è come andare dal medico dicendo che avete male al braccio ma poi avete male anche alla gamba, vi darà la cura e la diagnosi sbagliate. Ci saranno domande che vi saranno scomode, che possono sembrare invasive o cose di questo tipo però, a noi terapeuti serve capire e conoscere la vostra storia reale. Se ad esempio c'è un tradimento in corso e non viene detto, fare una terapia di coppia vi sarà completamente inutile. Fa paura, mi rendo conto, ma costruire la base della fiducia è fondamentale per una buona riuscita della coppia. Se non siete disponibili a mettervi in gioco, meglio lasciare perdere.

  • "VENGO COSI' SEI CONTENTO/A'". Se uno dei due viene trascinato dall'altro, probabilmente non avrà la minima voglia di investire in questo percorso dicendo poi alla fine "te l'avevo detto che non sarebbe servito a niente". Il compromesso in coppia esiste e fa parte delle cose ma, un percorso di coppia richiede impegno e se si parte con la mancanza di disponibilità alla fine si uscirà dalla stanza di terapia litigando o portando a casa tanto stress e fatica. Risultato? una brutta esperienza di terapia che porterà a non volerci più tornare.

  • "HO GIA' LE MIE SITUAZIONI DA RISOLVERE". Ognuno di noi nella vita ha attraversato momenti di fatica o situazioni più o meno traumatiche. Alcune di queste non hanno limitato la nostra quotidianità o vita di coppia, altre si. Se io ho vissuto qualcosa nelle relazioni personali (che siano familiari o di coppia precedente) che non ho affrontato/incontrato con me stesso/a probabilmente ci potrebbero essere interferenze notevoli nella terapia di coppia. Quando ci sono discussioni che attivano schemi personali si alimentano anche le strategie di difesa antiche che non hanno origine nella coppia ma riguardano ciò che è passato. Se ci si rende conto di questo è preferibile valutare la possibilità di prendere due spazi individuali che, per l'equilibrio della coppia, possono essere in quel momento più funzionali.

Insomma, spero che queste informazioni possano aiutarti a fare più chiarezza su come funziona una terapia di coppia. In alcune situazioni unisce, a volte aiuta a capire che non c'è più niente da fare.

Insomma, le possibilità sono tante ma darsi una possibilità di fare qualcosa di diverso è comunque un inizio.

Cambiare degli schemi di anni non è semplice e nemmeno immediato, bisogna unire consapevolezza e pazienza.


Hai mai fatto una terapia di coppia? come è stata per te?


Se ti interessa sapere con quale metodo lavoro io su questo, ti invito a visitare la mia pagina.


Dott.ssa Anna Antinoro


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