Ad un anno di pandemia ci troviamo oggi a fare i conti con alcune conseguenze, dai più grandi ai più piccoli, soprattutto per quel che riguarda l'aspetto psicologico.
Sulla Didattica A Distanza ci sono molte controversie e mentre ci si batte tra cosa sia giusto o sbagliato, a caccia di un colpevole o qualcuno a cui scaricare la responsabilità, i più giovani rischiano di naufragare nel disagio più profondo.
Al di là della modalità online di per sè, ciò che rende difficile il tutto è la mancanza di solide stabilità, come può essere da sempre considerata l'istituzione scolastica fatta in classe, per 9 mesi all'anno.
Alcuni adulti pensano che ai ragazzi e ai bambini non manchi la scuola, anzi, che ne siano addirittura contenti ma vi posso assicurare che, nell'ultimo anno del mio lavoro, ho sentito più volte "mi manca la scuola" che "quanto sono felice di stare a casa".
Che cosa significa non andare a scuola in presenza?
Vuol dire essenzialmente rinunciare ad un luogo in cui ci si incontra, ci si scontra, si parla, si ride, si litiga, si ha paura, si è felici, si condivide e magari, ci si innamora e poi si, si impara.
Significa mettere in "stand-by" una fase di vita in cui cresci e provi a capire chi sei, come ti comporti con gli altri, chi ti sta simpatico e chi no e cosa vuol dire "lavorare come studente".
Insomma, la scuola è tante cose, non è "solo" apprendimento" e viverla in modo così alternato e scostante deve essere molto pesante per ognuno di loro.
Lo sappiamo, è un periodo faticoso per tutti, anche per i genitori che vivono quotidianità diverse e che in qualche modo provano ad andare avanti per mantenere comunque la famiglia e le responsabilità di ogni giorno.
Il rischio è che, nel mezzo di questa frenesia alla fine, ci si perda un pò tutti.
Oggi condivido quindi con voi qualche suggerimento da poter usare in questo periodo di cambiamenti costanti e repentini:
Quando possibile, state insieme, tutti. In presenza, anche solo qualche momento del giorno, il pranzo, una merenda del pomeriggio o anche via tecnologia (che la usiamo così tanto ma non sempre per ciò che è profondamente importante), un WA di messaggio tra un'ora e l'altra di lezione dei vostri figli. Fateli sentire pensati e amati.
Nel silenzio si possono trovare molti modi di parlare. Se vostro figlio è in stanza, non vuole parlare, sta sempre da solo ed è nella fase "Dai Ma', non mi stressare", non credetegli fino in fondo. Entrate in punta di piedi nelle loro stanze e nel loro cuore, con un gesto o una carezza che passi il messaggio del "io sono con te, sempre". Fateli sentire visti.
Ansia, stress e rabbia prendono il sopravvento, mettono alla prova tutto e tutti. Si litiga per piccole cose per cui prima nemmeno ci si faceva caso. Alzare muri e barriere crea più lontananza perciò, chiedi scusa, chiedi cosa succede, esprimi il tuo dispiacere e la tua preoccupazione, siamo umani e abbiamo tutti i nostri limiti. Fategli sentire che "si può essere fragili".
Se senti qualcosa che non va, tuo figlio non esce dalla camera, non vuole vedere nessuno, è immerso nei giochi e non riesci a trovare una connessione con lui, chiedi aiuto. Non lasciarlo e non lasciarti solo in un momento già isolato, si può sempre fare qualcosa. Più tempo passa e più potrà essere difficile uscirne perciò non avere paura a chiedere supporto. Chiedere aiuto è un gesto d'amore. Fategli capire che si può fare qualcosa, sempre.
Il disagio in una situazione di costante cambiamento è naturale, la cosa importante e riconoscerlo e intervenire per tempo.
Oggi vi lascio con un video che mi ha profondamente commossa, penso che al suo interno ci sia l'essenza di tutto e che non ci sia altro da aggiungere
Dott.ssa Anna Antinoro
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