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Immagine del redattoreDott.ssa Antinoro Anna

CHI TROPPO PENSA NULLA STRINGE

Vi è mai capitato di pensare più volte ad una situazione, con la sensazione di non riuscire a trovare una fine?

Accade frequentemente quando c’è un vissuto di instabilità e che preoccupa. Si pensa e ripensa con l'obiettivo di elaborare i cambiamenti ed eventualmente, di trovare il prima possibile una soluzione o un'alternativa.

Se ragionare significa usare la ragione, farlo in modo eccessivo porta la mente ad un consumo elevato di energie. Farlo troppo può infatti causare nel tempo una serie di difficoltà mentali dovute proprio da un esubero di attività mentale, come ad esempio Depressione, Ansia, Attacchi di Panico. Rimuginare, in certe circostanze, diventa una vera e propria trappola che porta a perdere lucidità.

Le sensazioni che si accompagnano a tutto questo spesso sono spiacevoli e frustranti.

Anche il corpo può dare dei segnali rispetto a questa stanchezza: tachicardia, sudorazione, fiato corto, mal di pancia, insonnia, ecc..

Insomma, se da una parte avere dubbi può portare a benefici, dall'altro lato può causare sfinimento.

Spesso il pensiero macchinoso si attiva su questioni per noi importanti o a cambiamenti imminenti. L'emozione ad esso associata è quella della paura ("non ce la faccio" "e se sbaglio?" "e se...") e ad un pensiero di svalutazione ("non sono in grado di..").


Cosa fare in queste situazioni?

  1. Essere consapevoli e presenti a voi stessi e, se proprio volete riflettere, fatelo con una domanda per volta e prendetevi il tempo di rispondere. Riempirvi di domande crea un effetto imbuto per cui tutto si blocca e le informazioni non filtrano più;

  2. Darvi un tempo. Avete un'imminente necessità di elaborare qualcosa e trovare risposte? Potete farlo ma, a tempo. Cosa vuol dire? Darvi un orario a cui deciderete di dedicarvi a quel pensiero. In questo tempo chiedetevi cosa fareste di diverso, cosa vi preoccupa, quali sono gli aspetti positivi ed eventuali rischi rispetto alle vostre preoccupazioni. Una volta dato il giusto spazio, andate oltre;

  3. Fare attività fisica. Il movimento oramai è risaputo, aiuta il corpo e la mente a rielaborare e a scaricare vissuti di stress. Quando si attiva il rimuginio ci si stanca anche fisicamente e passa la voglia di fare altro, alimentando pensieri e umore negativo. Muoversi aiuta a gestire il nervosismo, ansia e depressione grazie anche al rilascio delle endorfine.

Nonostante questo però, se il pensiero non va via, diventa forte e si attiva un dialogo interno di “ma” e “se” costanti, è il momento opportuno di chiedere un aiuto ad un professionista che possa aiutare a gestire i pensieri invasivi.

E se arrivano domande a cui non si sa rispondere, va bene così, non possiamo avere subito sempre tutto chiaro. Ogni tentativo di dover avere una risposta rischia di dare adito a mille nuove domande.

Il rimuginio sugli errori passati non può esserti di alcun aiuto, per cui, lasciali andare. Piuttosto, impara la lezione e fanne un tuo punto di forza nel futuro. B.Sapelli

Dott.ssa Antinoro Anna

Psicologa e Psicoterapeuta

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