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Immagine del redattoreDott.ssa Antinoro Anna

"Non voglio ..." : 5 strategie per gestire l'ansia nei bambini.

Quando i bambini manifestano episodi d’ansia i genitori sperimentano tecniche differenti per gestire il loro vissuto.

Si inizia con l’ironia, per cercare di calare il livello di allerta, per passare poi alla rassicurazione e infine, dopo i tentativi precedenti, si perde la pazienza e si finisce per arrabbiarsi.

Alla fine di tutto questo, dopo aver lasciato il proprio figlio di malumore, il vissuto del genitore può sfociare in un senso di colpa con un pensiero del tipo "sono un genitore orribile se non riesco a rassicurare mio figlio” oppure alla critica verso di lui forse gli ho concesso troppe cose e ora va così”.

Cominciate invece a chiedervi: "come posso migliorare i miei interventi?" o "come posso aiutare mio figlio a gestire tutto questo?".


Il fenomeno di allerta e agitazione che coinvolge bambini e genitori si chiama “ansia”.

Non esiste una soluzione valida per tutti poiché ogni situazione è diversa dall'altra ma, si possono provare diverse strategie per alleviare le preoccupazioni nei figli.

Eccone cinque su cui potete sperimentarvi:


1. Tollerare l’incertezza e il disagio

Ogni bambino, così come ogni adulto, ha le proprie insicurezze. Per i bambini è fondamentale avere accanto a sé genitori presenti. Stare accanto, accarezzare e rassicurare, anche solo con il corpo, aiuta il bambino a sentirsi visto e incoraggiato.

Si tende spesso ad usare eccessive rassicurazioni che, in uno stato di allerta, rischiano di non essere efficaci a causa dello stand-by della parte razionale del cervello.

Se vostro figlio è spaventato c'è un perché che va trovato.

State con lui, aiutatelo a respirare profondamente, empatizzate e non chiedetegli di fare cose. La strategia più efficace in queste situazioni è esserci e accogliere ciò che accade.


2. Dar valore all’ansia del bambino

Spesso si tende a pensare che l’ansia sia qualcosa di inutile ma, non è così. Rappresenta infatti uno stato di allerta che attiva un ragionamento per gestire situazioni nuove. La preoccupazione è un campanello che ci permette di proteggerci dai pericoli percepiti ogni giorno.

Il nostro sistema però a volte ci manda falsi allarmi creando preoccupazioni eccessive che rischiano di bloccarci.

Aiutiamo i nostri bambini a dar valore all'ansia che sentono e a trovarne significato con frasi del tipo "cosa stai provando ora?" (alfabetizzazione emotiva) , "cos'è che te lo fa provare?" , "quali soluzioni puoi trovare per..?".

3. Ascolta le paure di tuo figlio.

Non è necessario farlo solo attraverso la parola, si possono utilizzare anche altri strumenti.

Uno importante è il gioco, attraverso cui i bambini possono tirare fuori i loro vissuti più profondi senza necessariamente entrarci in contatto diretto.

Ascoltate le parole di vostro figlio nel gioco e nei personaggi che utilizza. Giocate con loro e assumete ruoli importanti nelle loro storie e, in punta di piedi, aiutateli a trasformare i loro vissuti.

4. Permetti a tuo figlio di avere preoccupazioni:

Nelle ansie dei bambini, gli adulti con l'obiettivo di far passare velocemente il disagio, rischiano di svalutare ciò che i bambini provano : “non c’è niente da aver paura”, “non serve che ti preoccupi così”, “tutto questo non ha senso”, "fai altro", ecc.

Meno però si parla di una cosa, più questa aumenta di dimensione.

Create un momento specifico nella giornata, in cui le preoccupazioni prendono uno spazio e un tempo determinato.

Potete anche dargli un nome come ad esempio “i 15 minuti delle preoccupazioni”, “lo spazio delle paure”, sbizzarritevi su questo.

In aggiunta potete creare la “scatola delle paure/ansie” in cui infilare dentro i pensieri che preoccupano per poi salutarli alla fine del tempo.

Man mano che le paure passano, vi suggerisco di toglierle dalla scatola con l'obiettivo di "alleggerirla".


5. Non evitate le situazioni ansiogene.

L'evitamento viene usato come soluzione per alleviare le paure dei propri piccoli ma, non è così funzionale come sembra.

Evitare situazioni ansiogene infatti non permette di sperimentarsi e di affrontare le paure.

Facendo esperienze delle situazioni temute si riduce l'ansia che, nell'evitamento, rischia di alimentarsi. Questo vale anche per gli adulti.

Cominciate a farlo dandovi piccoli obiettivi per permettere ai bambini di avvicinarsi gradualmente alla situazione temuta.

Andate avanti dal momento in cui l’attivazione emotiva rispetto a quel primo step è diminuita.

Potete trovare anche altri stimoli dal programma “GoZen” di Renee Jain .

L’ansia è sempre un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l’irreale. (Charlotte Joko Beck)

Questi sono solo alcuni dei possibili accorgimenti ma, nel caso in cui non dovessero andare a buon fine, è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo esperto in età evolutiva.


Dott.ssa Anna Antinoro

Psicologa e Psicoterapeuta

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