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Pazienza

Nessuno nasce paziente, anzi, da bambini la pazienza è molto breve. E' un training che va imparato e gli adulti in questo hanno una funzione fondamentale. Che rapporto hai con la pazienza? Dipende da cosa hai imparato e da come ti è stato insegnato. Pensa a quando eri piccol*. Ti è stata insegnata o hai dovuto imparare ad autoregolarti. Se non hai avuto figure di riferimento competenti in quel campo, probabilmente hai dovuto imparare a farlo da sol* per cui, probabilmente, sarai più soggetto a mancanza di pazienza e di conseguenza, a possibile compensazione con l'uso del cibo (la fame nervosa è indice spesso di intolleranza all'emotività). 

Pazienza e ritmo sono due modalità che sono inversamente proporzionali. Più il tuo ritmo sarà accelerato, meno pazienza avrai con te stesso e con gli altri.

Essere impazienti però non permette di focalizzarsi sul proprio stato d'animo e il proprio vissuto, senza pazienza ci perdiamo. Ma quante cose si perdono andando veloce?

Paesaggi, esperienze, occasioni ed emozioni.

Ti reputi una persona sufficientemente paziente? Cosa ti permette di esserlo o di non esserlo? Nella risposta c'è una parte di te molto importante e fragile di cui prenderti cura. 

• Dai valore al presente: Ogni cosa ha il suo tempo e ha un valore.  Anche le frustrazioni nel presente hanno un valore e ti allenano alla pazienza e al limite. Saperli apprezzare permette di godere di ciò che si ha.

• Porsi obiettivi realistici: Se ti poni un obiettivo troppo alto, diventerà difficile raggiungerlo e di conseguenza, la voglia di mollare tutto sarà più alta. Se hai intenzione di perdere 15 kg, inizia con l'idea di perderne 2/3 in un mese. Non serve porsi 15 kg in 30 giorni. Non farà bene al tuo organismo e alla tua psiche. 

• Conta fino a 10 prima di agire: che sia aprire il frigo, che sia mangiare di più, che sia rispondere a qualcuno, contare aiuta a disinnescare l'emotività e a permetterti di reagire in modo più consapevole.