"Non ci sto bene ma non riesco a lasciarlo/a"
"Sto male ma spero che lui/lei cambi"
"Mi sento oppresso/a ma non posso farne a meno"
Queste sono solo alcune delle frasi che ci si dice nel momento in cui ci si rende conto che non si sta più bene in una relazione.
Quando la relazione assume dei connotati di fatica prende il nome di relazione tossica.
Ma perché non si riesce a chiudere una relazione nonostante possa fare male?
Vediamo alcuni processi.

LA RELAZIONE È LA BASE DELL'ATTACCAMENTO
Quando si nasce, le prime relazioni che si hanno sono quelle con i propri genitori.
In questi primi scambi impariamo ad essere visti, riconosciuti e di conseguenza, amati.
Alla base delle relazioni future c'è anche questo primo imprinting che può influenzare l'andamento delle future relazioni.
Nota bene: attivare delle relazioni tossiche non significa che la "colpa" è di mamma e di papà che ci hanno detto o non detto determinate cose, ma significa che una parte profonda di noi, per qualche motivo, non si sente sufficientemente degno di amore.
La tipologia di attaccamento che hai potrà influenzare la relazione affettiva che svilupperai in futuro.
Nelle relazioni dei primi anni inoltre sviluppiamo il copione di vita, che in analisi transazionale si definisce come un progetto di vita che ogni bambino crea al di fuori della consapevolezza e che influenza e influenzerà le decisioni prese durante l’infanzia e che formerá dei modelli di comportamento.
In poche parole, ciò che intuisci e decidi nell'infanzia di te e delle relazioni, costruirà la forma di base delle relazioni nella tua vita (sottolineo, una base, non una certezza).
LA CONSEGUENZA EMOTIVA NELLE RELAZIONI TOSSICHE
Tossica si definisce qualsiasi relazione che comporta una privazione di una parte importante del proprio aspetto personale.
In poche parole è quando si comincia a togliere al posto di aggiungere. Quando il partner comincia a dire "non voglio che tu...", e dall'altra parte emergono i primi "non posso perché se no lui/lei...".
Questo processo è alla base dei ricatti emotivi "Se tu ... allora io..." e li la paura della perdita prende il sopravvento.
Queste relazioni, seppur causino consapevolmente molta sofferenza, non sono semplici da chiudere poiché alla base ci sono molti processi psicologici ed emotivi complessi.
Vediamo quali sono le conseguenze emotive:
Sensazione di non avere via di uscita: l'idea di non riuscire ad uscire da certe situazioni è paralizzante quanto angosciante ma quando si rimane troppo tempo in una situazione che non cambia, ci si stagna e in qualche modo, ci si abitua.
Forte senso di inadeguatezza: se continuo a rimanere in una relazione di questo tipo, non sono adeguato/a, perciò tutto sommato, me lo merito. Questo è un pensiero tipico di chi vive una relazione di questo tipo. Il copione di base qui prende vita andando a confermare di te che tutto sommato il fatto che tu stia in una relazione così, ti sta bene. Insomma, una sorta di autopunizione.
Umore depresso/represso: quando vivi relazioni di questo tipo è possibile che ti senta scarico/a, che non abbia voglia di fare nulla e che ti sembri tutto inutile. Per lo stesso processo del primo punto che hai appena letto. Comincerai a non voler fare più nulla, a sentirti vuoto/a e perso/a.
Bassa autostima: non sentendoti meritevole di amore, non avrai stima di te e questo paradossalmente, ti incastrerá ancora di più. "Se non sono degno/a di amore, meglio questo che niente".
LE EMOZIONI ALLA BASE
Una relazione è fatta di tante cose, tante sfumature e tanti momenti. Alla base della fatica al distacco può intervenire anche il ricordo di tanti momenti felici condivisi.
La mancanza della costruzione dei ricordi piacevoli e l'idea di non poterne costruire più con quella persona, fa soffire.
Ad essa si aggiunge la paura di rimanere da soli, di non poter essere più felice e di non poter avere altro.
Alla base di questo c'è anche un'altra paura, quella del cambiamento e di quello che non si conosce.
È un pó il classico "so cosa lascio ma non so cosa trovo".
Questo legame e queste paure possono essere così forti che la persona non è disposta a lasciare il proprio partner anche se la relazione è malsana.
In ultimo si presenta anche lei, la speranza/aspettativa, quella legata all'idea il partner cambi.
"Magari è stressato/a"
"Magari sono io che..."
"Magari è un periodo e quando succederà che ....Cambierá"
Questi sono pensieri nati da un bisogno profondo Bambino ma che, se non congrui ai dati di realtà, rischiano di diventare illusioni.
A volte succede anche che la speranza possa essere alimentata da promesse di cambiamento fatte dal partner o da frasi tipo "se tu non facessi così, sarebbe diverso", e qui si dà la responsabilità a chi subisce solitamente questi processi alimentando l'illusione che dipenda tutto da lui/lei.
Oppure dopo una discussione forte, nella paura di una decisione presa e definitiva, il partner può tornare dicendo che ha capito quello che è successo e cambierá ...
Bhe, sappi che probabilmente non sará cosi.
Cambiare è possibile, si puó lavorare sul proprio copione per conoscerlo e scoprirlo, ma questo richiede tempo e impegno. Se sono passate 24 ore, una settimana e nessuno ha lavorato su questi processi, probabilmente, non cambierá.
Dottoressa Anna Antinoro
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