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Immagine del redattoreDott.ssa Antinoro Anna

L'ipercontrollo ti farà perdere il controllo

Sarà capitato ad ognuno di noi, nell'arco della vita, di avere la sensazione di perdere il controllo. E' un'esperienza spiacevole che porta come conseguenza ad aver paura delle proprie reazioni e vissuti.

Questo vissuto porta quindi ad alimentare il bisogno di autocontrollo, che si può definire come la capacità di dare un freno agli impulsi e ai desideri momentanei.

Ci si ripete in maniera ossessiva il mantra del "devo controllarmi, devo stare calmo, non devo perdere il controllo" collegando a questo l'idea che il controllo, possa essere gestito da una forza di volontà.

Se bastasse davvero però "solo" la volontà, avresti già risolto la maggior parte delle situazioni problematiche che ti trovi a vivere.

Volere, non basta (ma è un buon inizio).

VANTAGGI E SVANTAGGI DELL'AUTOCONTROLLO.

L'autocontrollo ha aspetti utili e meno utili.

Il vantaggio è che alimenta la costanza nel voler raggiungere degli obiettivi a lungo termine. Se ad esempio voglio comprare una casa, cercherò di limitare più possibile il mio desiderio di fare acquisti.

Un altro aspetto positivo dell'autocontrollo riguarda il riconoscimento che avviene a livello sociale.

Le persone che hanno questa caratteristica vengono infatti viste come persone responsabili e coscienziose, con obiettivi molto alti e che sanno porsi in maniera adulta e controllata con gli altri, senza eccedere mai a qualcosa di emotivamente non funzionale.


Il problema arriva nel momento in cui l'autocontrollo diventa un aspetto pervasivo e totalizzante della personalità.

Se hai un elevato grado di autocontrollo infatti, tenderai ad essere molto rigido/a con te, a non darti la possibilità di accogliere prospettive diverse dalle tue, potresti avere problemi nel dormire e nel rilassarti e ti tratterrai dall'esprimere ciò che pensi e senti nelle situazioni per paura di eccedere.


L'ipecontrollo impedisce inoltre una fluidità per ciò che riguarda le relazioni esterne alimentando così un grande senso di solitudine.

Ti capita mai ad esempio di essere in gruppo e di sentirti un pò agitato e di ripeterti costantemente "rilassati, rilassati, rilassati, altrimenti gli altri poi cominceranno a chiederti cos'hai"?

Ecco, questa è una tipica situazione che ti porterà prima o poi, ad avere i famosi attacchi di panico.

Insomma, non sarai tu a controllare ciò che senti ma sarà ciò che pensi a controllare te.

Questo è infatti il paradosso dell'autocontrollo.


L'ORIGINE DELL'AUTOCONTROLLO

La personalità controllante origina spesso da un bisogno infantile, in cui ci sono state delle situazioni o dei vissuti che si sono percepiti come imprevedibili.

L'imprevedibilità infatti trasmette sensazioni fortemente angoscianti e porta quindi le persone ad imporsi una struttura rigida per limitare il rischio di una forte angoscia.

L'autocontrollo è quindi frutto di un iper-adattamento alle situazioni stressanti.


IN CHE MODO L'ECCESSIVO CONTROLLO PORTA ALLA PERDITA DEL PROPRIO CONTROLLO?

Il controllo lavora sul canale dell'azione e del pensiero, non su quello dell'emotività.

Dirsi continuamente cosa si deve fare stressa fortemente l'aspetto emotivo che, messo già sotto pressione dall'ambiente esterno, se viene stressato anche dall'interno funziona come una pentola a pressione e prima o poi, esplode.

Un eccessiva rigidità non permette ai propri bisogni e ai propri desideri di emergere e questo porta nel tempo ad una profonda perdita di sè.


La persona controllata si presenta come taciturna e che agli stimoli esterni risponde a monosillabi e seppur apparentemente silenziosa, dentro ha un gran rumore.


COME SI PUO' GESTIRE QUESTA TENDENZA AL CONTROLLO?

Educandosi all'emotività e imparando a gestire la frustrazione di fronte all'impotenza di alcune situazioni.


In psicoterapia si lavora attraverso la sperimentazione di alcuni compiti e strategie pratiche, per imparare ad affrontare e a gestire il cambiamento passo dopo passo.


E' importante fare "amicizia" con il tuo bisogno di controllo, in modo da creare una collaborazione e non una competizione.

Imparare a conoscere come si è e il come si funziona, è un passo fondamentale per raggiungere e costruire un buon equilibrio con sè.

Dott.ssa Anna Antinoro

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